Antico Caffè Greco: memoria storica di Roma

di Gianni Puglisi Commenta

 Lo conoscono tutti, è uno dei Caffè più famosi in Italia e non solo, passiamo davanti alle sue vetrine ogni volta che facciamo una passeggiata nel cuore del centro storico eppure quanti di noi possono dire di conoscere la sua storia illustre? Si sta parlando dell’Antico Caffè Greco. Se ne sta lì, al numero 86 di via Condotti, dal 1760. Questo ne fa il secondo caffè più antico d’Italia, subito dopo il Florian di Venezia. Deve il suo nome, molto probabilmente dalle terre di provenienza del suo fondatore, un certo Nicola della Maddalena. L’elenco degli avventori famosi che si sono seduti ai suoi tavolini nel corso di questi duecentocinquantanni è lunghissimo!

Fa parte, com’è facilmente intuibile, della prestigiosa associazione dei Locali Storici d’Italia, che lo descrive come uno dei monumenti della Capitale oltre a informare che nella celeberrima saletta “omnibus” passarono, tra i tanti altri nomi illustri, anche Liszt, Bizet, Gogol, Wagner, Goethe, Casanova, Stendhal. E, insieme a loro, tutti i grandi pensatori, letterati artisti corroborati dallo scambio d’idee e dalla bevanda orientale. E sostiene anche: “E se un cardinale siede al Greco? La leggenda vuole che diventi papa. Accadde a Gioacchino Pecci, divenuto Leone XIII”. Il Caffè, infatti, già pochi anni dopo la sua fondazione, acquistò  fama per l’ottimo caffè servito in piccole tazze cerchiate d’arancio e molto presto divenne un luogo di ritrovo per  uomini di cultura provenienti anche da fuori i confini della penisola. Ancora ogg vi si riunisce una volta al mese  il “Gruppo dei Romanisti” , antico cenacolo di studiosi e accademici cultori in particolare della città di Roma. E’ dal 1940 che i loro lavori sono raccolti, ogni anno in occasione del Natale dell’Urbe, nel volume “Strenna dei Romanisti”.  Il grande Renato Guttuso lo ritrasse in uno dei suoi più celebri dipinti.

Nel 1953 il Ministro della Pubblica Istruzione in base alla legge n. 1089 del 1939, con decreto n. 189249 sottoponeva il Caffè Greco a “vincolo” perché, come si legge nella motivazione, il locale “più volte abbellito con decorazioni e cimeli di interesse storico ed artistico, costituisce oggi un vario e pregevole esempio di pubblico ritrovo sviluppatosi, attraverso due secoli di vita, per la ininterrotta consuetudine da parte di artisti di ogni paese di frequentare le sue ospitali e raccolte salette, avendo rappresentato in Roma, per circa duecento anni, un centro di vita artistica universalmente noto”.

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