Roma Sparita: ristorante trasteverino

di Gianni Puglisi Commenta

 Nel pieno centro di Trastevere, cuore di Roma, il ristorante  Roma Sparita si affaccia nella splendida Piazza di Santa Cecilia lontano dal traffico e dal caos. Per la precisione è in Piazza di Santa Cecilia, 24. La gestione decennale della stessa famiglia proprietaria rende questo locale un luogo autentico dove poter assaporare le specialità della cucina romana e laziale. Il ristorante è chiuso domenica sera e lunedì e propone, tra le specialità: Tagliolini Cacio e Pepe e Coda alla Vaccinara… quindi la cucina più vera e genuina della vecchia Roma, quella che speriamo non sia del tutto sparita, appunto!Qui, al Ristorante RomaSparita, la buona tavola, dicono i proprietari, è servita in un ambiente confortevole. Infatti lo spazio esterno nella splendida piazza è davvero unico in tutta Roma e possono prendervi posto circa novanta persone. Gli ambienti interni sono, invece, due:  la saletta d’ingresso molto accogliente  che può ospitare fino a circa venti o venticinque persone; una seconda  sala più capiente permette di accogliere altre sessanta persone. I piatti e le ricette hanno come obiettivo i sapori della cucina di un tempo. La cucina romana, infatti, qui è la parola d’ ordine e il “credo”.  Le specialità romane sono tutte molto apprezzabili ma quelle più richieste sono, come detto in apertura,  i Tagliolini al Cacio e Pepe e la Coda alla Vaccinara. Per gli amanti della pizza,  o per chi semplicemente vuole variare,  il forno a legna permette di degustare una pizza, sempre in stile romano, ossia croccante e sottile, mai elastica, davvero buona.

Il locale esercita fascino anche sui turisti, oltre che per la buona cucina romana, anche per la collocazione nella piazza dove si affaccia la Basilica di Santa Cecilia: la leggenda vuole che la chiesa sorga sulla casa familiare di Cecilia, “vergine illustre, nata da nobile stirpe romana”, suppliziata verso il 220.  Si narra, inoltre, che papa Urbano I, che aveva convertito il marito di lei Valeriano ed era stato testimone del martirio, seppellì il corpo di Cecilia tra quelli dei vescovi e consacrò la sua casa trasformandola in una chiesa, così come ella stessa gli aveva chiesto.