Per Eataly a Roma ormai manca davvero poco ma che polemiche

di Gianni Puglisi 2

Sì, per la nuova apertura di Eataly a Roma ormai ci siamo quasi. A giugno apriranno i battenti all’Air Terminal all’Ostiense e tutto andrà liscio come l’olio. A parte le polemiche sui centri commerciali, insorte da due giorni.

O meglio: mai dome e domate. Senz’altro covava da tempo, ma la divisione che intercorre tra i negzionanti, gli esercenti in generale, che attaccano a spron battuto il Comune sulle concessioni alle mega strutture, certo non lascia spazio a molti auspici. Chiaro che Eataly non è un centro commerciale.

Chiaro che non si tratta di una galleria o di vetrine con mera merce da esporre. Piuttosto, il Polo degli Alti cibi, come sarà ribattezzato, provvederà anzitutto a promuovere primizie e valori di eccellenza provenienti dalle regioni italiane. Da tutte le regioni, non solo dal Lazio. I dolci ed il vino piemontese, ma anche i prodotti doc calabresi e siciliani. Questo, in pillole, sarà Eataly per la cui nuova apertura si preannunciano non sfarzi, ma cose buone veicolate con gusto ed in modo fashion. Tuttavia, arriverà in un periodo di maretta. Alla luce della crisi molti negozianti, non però in particolare quelli del comparto alimentare,  hanno tirato giù per sempre la loro saracinesca ed in città regna una fifa blu come neppure regnava nell’immediato Dopoguerra. Tutti (o quasi) adesso tuonano contro le nuove aperture dei centri commerciali. Rei, secondo le parti, di sottrarre una larga fetta di clientela che fino a poco tempo fa era invece intercettata dai piccoli. Uno stravolgimento indigesto e funesto, questa la tesi degli esercenti. Ora che stanno per arrivare tanto Eataly quanto, l’anno prossimo, Esselunga, chissà che cosa accadrà. Noi siamo da tempo per la pacifica convivenza. Chiaro: se si certificasse che un centro commerciale fa chiudere i piccoli negozi attorno così come una centrale a carbone non a norma provoca il cancro tra gli abitanti residenti lì attorno, allora sì che bisognerebbe correre davvero ai ripari. Ma siamo sicuri che questa crisi e queste chiusure siano solo colpa delle nuove aperture?

 

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