Chiudono negozi a via Frattina: è sofferenza tra commercianti di Roma

di Valentina Cervelli Commenta

Era stato palese fin da subito che il lockdown obbligato per via della pandemia di Coronavirus avesse creato danni importanti al tessuto commerciale di Roma: non molti però forse si aspettavano che tra i colpiti vi potessero essere anche i negozi di via Frattina.

Commercio centro Roma in difficoltà

Quella del centro di Roma, secondo il quadro dipinto da David Sermoneta a Repubblica, a capo di Confcommercio nella zona, è effettivamente una crisi che sta man mano mostrando le sue lente ma inesorabili conseguenze.  A due mesi dalla riapertura sono davvero pochi i negozi che sono riusciti a ritornare a un fatturato sufficiente e in via Frattina diversi non sono riusciti ad aprire.

Nello specifico si parla di 15 attività commerciali, tra le quali figurano nomi come Roncato e Piquadro: nonostante l’importanza del brand, le saracinesche non si sono rialzate.  Non solo grandi nomi: le piccole imprese sono quelle che hanno sofferto di più dell’emergenza sanitaria e dell’impatto della stessa sulla popolazione e piuttosto che fallire miseramente hanno preferito chiudere.

Il problema, nelle vie dello shopping della Capitale, risiede nel fatto che il flusso turistico che ha sempre fatto la fortuna delle vie del Tridente, quest’anno è quasi del tutto assente. Non acquistando più loro i beni, sono venuti a mancare i fondi.

Mancanza di flusso turistico una delle cause

I residenti infatti, per quanto tendenzialmente benestanti data la zona, non possono assicurare una ripresa che avrebbe dovuto essere basata, per forza di cose, sui turisti stranieri che in viaggio a Roma non riescono a resistere al capo griffato o all’accessorio di lusso.  Con gli alberghi praticamente vuoti come ovviare al problema? Semplice: non si può. Sopratutto perché a mancare, grazie allo smartworking, sono anche le persone che in centro lavoravano. E spendevano. Come spiegato da Gianni Battistoni, presidente dell’associazione via Condotti:

Resistono solo le multinazionali e le grandi griffe. Per loro il centro rappresenta una vetrina e nonostante la mancanza di acquirenti stranieri, sanno che devono restare aperti. L’unica cosa che non è cambiata con la crisi post Covid sono i prezzi esorbitanti degli affitti: i proprietari delle mura continuano a incassare cifre da capogiro mentre i commercianti fanno i conti con gli incassi che non arrivano.

Quella che potrebbe rappresentare secondo tutti una buona occasione di rilancio della zona è l’apertura prevista per l’autunno del mega store della Apple a palazzo Marignoli, perché potrebbe essere capace di riportare gente che “ha voglia e possibilità di spendere anche nel quadrante tra piazza San Silvestro e piazza del Parlamento“, spiega Sermoneta.

Un po’ come è accaduto con la Rinascente in Via del Tritone.

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