Da La Sora Margherita a Roma sempre piatti tipici, ma occhio al prezzo

di Gianni Puglisi Commenta

La Sora Margherita a Roma è tipica ed ottima, lo sanno pure i muri. Ma abbiamo registrato un ritocco all’insù dei prezzi. Oh, sia chiaro: il mangiare è come quello di quando si stava a casa di mamma o nonna. Dal carciofo alla giudia fino alla cacio e pepe.

Però i costi sono altini. Per un primo, ribadiamo la pur ottima ma semplice cacio e pepe si spendono 11 euro (prezzi ‘provati’ e non scopiazzati da qualche conocrrente). Certo, la location è tipica e a nostro avviso rappresenta il plusvalore del locale. Sì, dai: quello in piazza della Cinque Scole 30 al Ghetto. Una porticina marrone con una sedia fuori, tendina a coprire tipo trattoria superstite agli anni Settanta, prenotazione da incrociarsi le dite visti gli spazi ridotti del locale e dentro tavoli l’uno attaccato all’altro.

In teoria se siete abituati ad open space con sedute larghe ed altre personalizzazioni, è bene che vi dirigiate altrove. Al contrario, se non volete musica in sottofondo, giochi di luci particolari, cibo con porzioni ridotte all’osso e ttuto quello che spesso distingue i locali all’ultimo grido, allora siete davvero nel posto giusto. Unico inconveniente, davvero, è quello dell’innalzamento dei prezzi. Questo sì: lo abbiamo notato e ve lo scriviamo subito. Ma tanto, vi aggiorniamo anche su questo, il locale è sempre pieno. Anche di stranieri, che ne vengono a conoscenza grazie ad internet ed a guide mirate sempre meglio redatte. Questo, signori, è uno degli ultimi locali tipici della città. Una delle ultime trattorie dove si mangia bene come una volta. Cacio e pepe, agnolotti, carciofi alla giudia o alla romana e molto altro. Così, mentre molti si affannano ad abbagliare eventuali clienti con nomi altisonanti al locale, cibi sempre più elaborati e raffinati, location di chiaro stampo americano o comunque insolito, qui dalla Sora Margherita i tavoli restano quelli in legno; il menù è scritto a penna sullo stesso incarto color marrone del pane. In più, si sta l’uno attaccato all’altro così come accadeva, appunto, una volta a Roma. Dove si faceva ‘comunella’ ed era tradizione socializzare nell amaniera più spontanea. Ah, se solo tornasse a praticare i prezzi  di qualche tempo fa.

Photo Credit| paradoxplace

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