Coronavirus: molti negozi Roma chiusi anche prima di ordinanza

di Valentina Cervelli Commenta

Da quando è stato reso dispositivo il primo decreto “Io resto a casa” che ha messo in quarantena l’intera Italia a causa della pandemia da Coronavirus Roma si è trasformata in una città “fantasma”: ancor prima delle disposizioni in materia più restrittive molti negozi avevano deciso di chiudere le proprie saracinesche.

Chiusura per prevenire contagi

Si tratta di uno stop che era già iniziato quando ancora la chiusura su determinati orari era imposta solo a bar, ristoranti e alimentari che somministravano cibi e bevande. Una scelta per molti negozianti dettata dalla necessità di venire in contro alla richiesta di sicurezza dei propri lavoratori in mancanza spesso di adeguate protezioni. Sarà qualcosa che avrà un forte impatto sull’economia di Roma e della sua popolazione? Senza dubbio.

È impossibile pensare che una chiusura totale come quella che sta avvenendo non si porterà dietro strascichi pesanti: lo fa già adesso. Chi non è riuscito a trovare la possibilità di eseguire delle consegne a domicilio vedrà il proprio ricavato cadere a picco per ciò che concerne marzo. Un effetto molto pesante sia sui proprietari che sui collaboratori. Come anticipato i commercianti di Roma, più o meno in tutte le zone, hanno iniziato a chiudere le proprie saracinesche molto prima che diventasse obbligatorio: in un comune come quello della Capitale, tentare di limitare i danni (e la lunghezza della quarantena) comportandosi in modo adeguato potrebbe rivelarsi una terapia migliore di quella dell’apertura a tutti i costi. Se la popolazione non può comprare a quale pro rimanere aperti?

Smart working e consegne a domicilio

 

La chiusura per bar e ristoranti, in una città come Roma che vive di turismo e che sui questo tipo di attività basa la sua forza, ha ovviamente lasciato una ferita forte dietro di sé che darà il suo conto in pieno quando la pandemia di Coronavirus sarà finita. Ciò non toglie che per preservare la salute di tutti e mettere fine a un tale incubo il prima possibile le misure prese sono da considerare legittime al 100%. Molte attività possono essere infatti gestite in remoto e venire organizzata una rete di consegne a domicilio in tutta sicurezza.

Sono molti i ristoranti e le attività commerciali che si sono regolate in tal senso, organizzando un servizio di delivery per poter mantenere almeno un minimo di fatturazione in grado di consentire la sopravvivenza a tutti. Il decreto “Cura Italia“, per quanto abbia tentato di affrontare le problematiche finanziarie e lavorative al meglio è decisamente lontano dalla perfezione: motivo per il quale è da considerare ottimale, anche dal punto di vista economico, una riorganizzazione occupazionale di questo tipo.

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