Coronavirus, negozi e ristoranti cinesi soffrono della psicosi

di Valentina Cervelli Commenta

L’emergenza Coronavirus a livello globale ha causato, nella Capitale, un inopportuno effetto psicosi: negozi e ristoranti cinesi stanno soffrendo come mai registrato prima di ora un calo nella clientela che rischia di mettere in forse in alcuni casi anche la loro apertura.

Difficoltà dettate dalla scarsa conoscenza

L’epidemia di Coronavirus scoppiata in Cina sta avendo strascichi pesanti per coloro di origine cinese che vivono e lavorano nel nostro paese: non tenendo conto della attuale mancanza di pericolo e delle indicazioni del Ministero della Salute, sempre più persone stanno limitando la loro presenza all’interno delle suddette attività. Un panico ingiustificato al momento che ha portato, senza ottenere molto successo, tanti esercenti cinesi a dover sottolineare di non essere stati recentemente nello stato orientale in visita o di non esserci mai andati perché nati in Italia. Un atteggiamento che si sta facendo sentire il suo peso nel mercato delle compravendite a Roma.

In particolare in quartieri come l’Esquilino, da decenni il più multietnico della città e senza dubbio quello dove la comunità cinese è più presente: e dove, per mettere un freno allo stigma il presidente Mattarella si è recato in visita a sorpresa nelle scuole lo scorso 6 febbraio dopo polemiche ignoranti scattate in merito alla presenza di bambini cinesi nelle classi.

Drastici cali percentuali per i negozi e i ristoranti

Le statistiche parlano chiaro: solo a Roma sono circa 400 i ristoranti cinesi attivi  e le prenotazioni di solito sostenute, sono crollate del 70%: tradotto in parole povere sette ristoranti su dieci hanno visto ridursi in maniera significativa il numero di clienti sia a pranzo che a cena, anche in concomitanza con quelle che sono le feste “classiche” come quelle del capodanno. La maggior parte dei clienti fissi sono rimasti, consci della provenienza italiana degli ingredienti e del fatto che non vi sia, da parte di persone che non hanno soggiornato in Cina possibilirà di contagio.

Ciò non toglie che in generale vi sia stato un calo importante per tutte quelle attività gestite da personale cinese o dalle fattezze orientali. Un problema questo che non sarà possibile risolvere fino a che non verrà diffusa corretta informazione relativamente al Coronavirus abbattendo paura e razzismo o non cali l’emergenza globale. A calare nell’attività non sono solo i negozi e i ristoranti: anche le agenzie di viaggio hanno fatto registrare cali importanti, soprattutto per ciò che concerne i viaggi verso l’oriente, anche a causa del blocco momentaneo imposto dal Governo Italiano per ciò che riguarda i viaggi verso la cina.

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