Coronavirus, negozi a Roma: aperture in fasce orarie diverse

di Valentina Cervelli Commenta

Un modo per riaprire in sicurezza per commercianti e clienti: i negozi di Roma si stanno preparando ad affrontare una delle sfide più importanti della loro esistenza a causa del Coronavirus e della necessità di convivere con esso. Ecco quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere nella Capitale.

Negozi aperti in fasce orarie differenti

Tra le varie soluzioni che sono state prese in considerazione per la riapertura a Roma vi è quella dello scaglionamento orario delle stesse a seconda della tipologia di bene (essenziale o meno, N.d.R.) di cui potrebbe aver bisogno la gente al fine di gestire le entrate senza creare assembramenti. Prima i supermercati, i forni, i pasticceri e gli alimentari, i quali potranno iniziare a lavorare alle 8:30 come ora, poi alle 10 ferramenta, negozi di elettronica, telefonia e informatica insieme ai negozi di vicinato: alle 11 e 30 i negozi di abbigliamento e scarpe.

Un approccio che consentirebbe a tutti di lavorare senza mettere in crisi anche il settore dei trasporti, chiamato a gestire un nuovo modo di spostarsi delle persone. Niente assembramenti, niente mezzi di trasporto pieni: è questo di cui hanno recentemente discusso l’assessore allo Sviluppo economico di Roma, Carlo Cafarotti, con le principali organizzazioni dei commercianti. E’ importante comprendere che la ripresa delle attività, in tutta Italia quanto nella Capitale non sarà sinonimo di “tana libera tutti” quanto l’inizio di un periodo nel quale sarà necessario fare molta attenzione per raggiungere una parvenza di normalità che consente di non rimanere tutti in casa ma che dia modo anche di mantenere la distanza sociale necessaria per non far risalire i contagi.

L’esempio dei trasporti pubblici è il più emblematico: già ora gli addetti stanno eseguendo delle prove per riuscire a scaglionare i passeggeri che viaggeranno a capienza del 30% rispetto al normale.

Ripartenza complessa ma non impossibile

Non sarà una ripartenza facilissima, ma quel che si sta cercando di fare è trovare il miglior compromesso tra il rispetto della salute pubblica, che viene posto come obbiettivo centrale da perseguire e la necessità di non andare al tracollo.  Deve essere ancora presentato il piano definitivo, ma come già anticipato, la soluzione precedentemente indicata è quella considerata dalle associazioni degli esercenti la più valida al fine di accontentare tutti senza mettere in pericolo nessuno. Come ha sottolineato Valter Giammaria, leader della Confesercenti di Roma:

Il dialogo finora è stato costruttivo, la collaborazione è fondamentale dato che il settore è in crisi nera.

Per ciò che concerne le date di riapertura ovviamente si attende la conferma del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri anche se in base a ciò che è già stato deciso il prossimo 4 maggio dovrebbero riaprire fabbriche e cantieri insieme a servizi e studi professionali. Mentre l’11 maggio toccherebbe ai negozi al dettaglio e all’ingrosso. Bisognerà al contrario attendere ancora per bar e ristoranti, la cui riapertura sarebbe al momento prevista dopo il 18 maggio: il tempo di trovare la soluzione migliore per ciò che riguarda il rispetto del distanziamento sociale necessario e la messa a norma delle attività.

 

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