Uribu, denuncia e conquista passano per le community

di Gianni Puglisi Commenta

 

 

 

Con Uribu, il nuovuo social network realizzato da ragazzi di età compresa tra i 17 ed i 23, si dà il via ad una nuova community basata sulle segnalazioni e sulle denunce. Ok e i negozi? Bella obiezione. Per una volta, scusateci, proviamo a dare voce ad una comunità che ha il solo intento di raccogliere i segnali provenienti dalle nsotre pance quando vediamo qualcosa che non funziona.

Un autobus che tarda, un brav’uomo che parcheggia l’auto in doppia fila, oppure un più comune disservizio da pubblica amministrazione. Magari un impiegato ultrascortese allo sportello e molto altro. Però, proprio la Pa è uno dei target di riferimento di Uribu, che sta per civetta. Una civetta che vigila sull’andamento della vita di tutti i giorni, nel senso che non è che va a ficcare il naso negli affari nostri, ma su quello che non va o che comunque potrebbe essere senz’altro migliorato.

Farà da punto di riferimento, dunque, anche per la stessa P.A., i cui dirigenti potranno interagire ed informarsi allo stesso tempo, magari recependo proproi quelle istanze lanciate loro dal basso. Ovvero dai cittadini, ai quali la stessa amministrazione si rivolge ogni giorno. Lo stesso vale per i media tradizionali. Sempre a caccia di notizie, giornali, siti affermati di cronaca o di economia potranno davvero utilizzare Uribu come un’autentica fonte dalla quale attingere per i pezzi e gli approfondimenti di ogni giorno. Immaginate una tv ed un tg a Roma, giusto per fare un esempio nella nostra città, che utilizza un post dela community. Chiaro, se ne vale la pena poiché far uscire una troupe o inviare un giornalista sul posto sono soldi. Però, proprio perché Uribu si pone come segnalazione di qualità, il caporedattore che legge la segnalazione ha numerosi elementi per decidere se vale la pena o no. Immaginate che entrate in un negozio e che non vi piaccia, oppure che i commessi siano un po’ cafoncelli. O magari potreste segnalare se i saldi non sono veritieri. Non varrebbe forse la pena di dare voce oltre che sul nostro sito anche sulla civetta? In questo, il social network non è davero secondo a nessuno. Uribu, denuncia e conquista. Un claim che ai notsri giorni dovrebbe essere un dovere e non un piacere.

 

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