Caldaie tradizionali o caldaie ad idrogeno?

di Gianni Puglisi Commenta

Dopo il lancio di un prodotto innovativo nel campo delle caldaie, ovvero la prima caldaia alimentata ad idrogeno viene spontaneo chiedersi se questa tecnologia sia davvero il futuro della termoregolazione.

In questo articolo vedremo le caratteristiche e vi illustreremo il funzionamento delle caldaie a idrogeno in raffronto a quelle tradizionali, in modo che possiate valutare se questo tipo di tecnologia fa al caso vostro.

Per decidere se conviene o meno investire in una caldaia a idrogeno, è utile capire come funziona questa innovativa tipologia di impianti, nonché valutare con attenzione la propria situazione.

In base alle caratteristiche della vostra abitazione, ai vostri consumi abituali e alle vostre abitudini, può essere più o meno conveniente installare un certo tipo di caldaia, scegliendo il modello più adatto in base alle vostre necessità.

Cenni generali sul funzionamento

Ma come funzionano in generale le caldaie a idrogeno? Intanto partiamo dalla materia prima, ossia l’idrogeno, che è un elemento naturalmente esistente in natura, e in effetti uno dei più diffusi, perché è presente nel gas naturale e in tutte le sostanze organiche.

Per fornire calore ed energia elettrica alla vostra casa, un impianto di riscaldamento alimentato a idrogeno basa il suo funzionamento su un sistema di celle che lo utilizzano come combustibile. Dato che l’idrogeno non è disponibile in natura allo stato puro, questi impianti sono dotati di un dispositivo specifico che, attraverso un processo di reforming, è in grado di prelevare l’idrogeno dal gas naturale, che viene quindi combinato con l’ossigeno e usato come combustibile. Anche se uno dei sottoprodotti di questa combustione sarebbe il monossido di carbonio, un gas altamente nocivo, il dispositivo interno è in grado di prelevare una nuova dose di ossigeno da combinare con il monossido per creare anidride carbonica, che non risulta pericolosa se dispersa nell’ambiente e respirata.

L’energia generata da questa combustione può diventare elettricità ma anche acqua calda a uso sanitario, perché una volta messo il sistema a idrogeno nei pressi di un boiler, l’acqua potrà essere facilmente riscaldata dal calore emanato dalle celle combustibili.

Scendendo più nel particolare, le caldaie ad idrogeno si basano su una tecnologia che è in grado di generare calore attraverso l’irrorazione in una cella di fusione con l’idrogeno.

Questo permette di trasformare l’acqua fornita alla caldaia in vapore, che in una parte del dispositivo viene condensata e immessa nell’impianto per produrre acqua calda sanitaria, in un’altra parte tale vapore viene utilizzato per far girare una turbina che genera elettricità in corrente continua a 12 Volt, trasformata poi da un inverter in corrente alternata, monofase a 220 Volt o trifase a 380 Volt, in base alle richieste dell’utenza.

E gli svantaggi?

Anche se potrà essere la tecnologia del futuro, l’utilizzo delle caldaie ad idrogeno presenta anche degli svantaggi, in parte anche perché, almeno nel nostro paese, i modelli finora usciti sono prototipi in fase sperimentale, che talvolta presentano dei limiti tecnici ed economici.

Uno degli svantaggi dei modelli base sta sicuramente nei costi di produzione elevati delle celle di combustione. Un’altra problematica è legata al materiale con cui sono fatte le membrane interne che si occupano della combinazione e dell’elettrolisi dell’idrogeno, che presentano una vita media abbastanza breve, per cui necessitano di una periodica sostituzione, con i conseguenti costi di manutenzione, e sono spesso realizzate utilizzando il platino, un metallo raro da trovare e quindi molto costoso.

Sta quindi a voi consumatori valutare o meno l’acquisto degli impianti a idrogeno, in base alle vostre abitudini e alle caratteristiche della vostra abitazione. Oggi sul mercato è possibile trovare delle caldaie di ultima generazione alimentate a gas e GPL, che sfruttando la tecnologia della condensazione permettono di limitare i consumi e le emissioni nocive, e si pongono come discreti competitor di questi nuovi modelli green e performanti, anche per il prezzo più accessibile e un’ulteriore garanzia data dalla maggiore anzianità.

Caldaia a idrogeno, che novità

È stata l’azienda dell’imprenditore Marco Bertelli ad occuparsi della realizzazione di una prima caldaia alimentata grazie all’idrogeno. Una novità che rischia veramente di rivoluzionare il settore del riscaldamento abitativo. Si chiama Hydro ed è veramente complicato considerarla esclusivamente una caldaia, dal momento che è anche una centrale elettrica in grado di soddisfare le necessità e il fabbisogno energetico di un’intera abitazione. Infatti, presenta un picco di prelievo pari a 6.2 Kwp e un prelievo costante pari a 5 Kwpnda. Insomma, a parte gli allacciamenti per gas (relativo al piano cottura) e per l’acqua, offre la possibilità di essere del tutto indipendente da ogni altra utenza.

I punti di forza

Hydro non diffonde sostanze nocive nell’ambiente circostante, soprattutto per via del fatto che il ciclo della macchina è completamente chiuso. In più assicura garanzie anche dal punto di vista della sicurezza, visto che permette installazioni sia interne che esterne, in completa autonomia. Una delle principali caratteristiche di questa caldaia, infatti, è la sua capacità di auto-alimentarsi e non ha bisogno di ulteriore combustibile oltre ovviamente all’idrogeno, che viene conservato in tre bombole che si trovano nella scocca.

Un’invenzione rivoluzionaria?

Il suo creatore, Marco Bertelli, ha ben pochi dubbi, parlando di Hydro come di un’invenzione rivoluzionaria che rappresenta il futuro. Dopo diverse sperimentazioni e una lunga fase di test l’azienda ha finalmente realizzato il prodotto finale nel 2014 e dallo scorso mese di gennaio è stato lanciato in commercio, ottimizzando come meglio non si poteva la caldaia. Ciascuna ricarica di idrogeno, tra l’altro, consente all’utente un’autonomia di ben dodici mesi. E l’investimento necessario? Simile a quello per installare una caldaia a pellet.

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