Negozi di Trastevere a Roma, che schifo quei suk su un pezzo di storia

di Gianni Puglisi Commenta

 

Negozi di Trastevere a Roma, che bella la protesta di poche ore fa maturata da un centinaio di commercianti contro il degrado incessante dei suk all’aperto. Un’agitazione legittima, sacrosanta ed a nostro avviso perpetrata anche in ritardo perché la dovevano fare, se possibile, pure ben prima. Basta, davvero, con questo schifo. E che diamine! Cingalesi, bengalesi ed abusivi di ogni genere.

Molti dei quali (se non la maggior parte) senza fissa dimora, senza documenti e pure (per alcuni) anche qualche precedente penale, come evidenziato dai verbali dei poveri Vigili Urbani che più che intervenire altro non possono fare. Ragazzi, ragazze: da oggi e per tutta l’estate ve lo scriveremo varie volte: NON COMPRATE NULLA ALLE BANCARELLE!

Ma sì, accusateci pure di xofobia, di essere fascisti ed anche peggio. I negozi a Roma chiudono, con i commercianti strozzati dalle tasse. Mentre questi vendono senza licenza, occupando suolo pubblico e, soprattutto, alimentando anche qualcuno della microcriminalità. Che a Roma hai voglia se ha preso piede. Qui bisogna spalancare di più gli occhi e smettere di comprare borse finte Vuitton ed occhiali finti Ray Ban. Che oltretutto è pure pericoloso, ma pare che la gente non ci sente. Bene, allora, i titolari dei locali a Trastevere che a Roma non ne possono davvero più. Stavolta hanno serrato e chissà che non abbiano dato un segnale. Un sacco di botteghe storiche hanno chiuso, altre lo stanno per fare e la nostra città sta perdendo man mano quell’appeal basato sulle tipicità. Come appunto è Trastevere. Un rione che ai tempi di questa foto (presa in prestiti dagli amici della fan page Trastevere e che ringraziamo di cuore) fino a ieri era fatto di mercatini, certo, ma ordinati. Non a capocchia come ora, non fatto di cartoni gestiti da stranieri, con sopra un sacco di roba falsa. E’ vero, qualcosa del genere c’è anche altrove. Ma, credeteci, meno, molto meno rispetto a noi. Che lasciamo fare. E’ un problema nazionale, non municipale. Svegliatevi!

Photo Credit|facebook

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